Cannizzaro, sindaco? No grazie. Il coraggio è rimasto a Roma.
Francesco Cannizzaro, classe, stile, portamento… da dieci pieno. Parlamentare attivo, stratega navigato, presenza fissa nei palazzi romani. Ma quando si parla di coraggio politico – quello vero, quello che sporca le mani e rischia il faccino pulito – ahimè, lì il nostro caro Francesco inciampa. E male.
Diciamocelo: a Reggio Calabria il nome Cannizzaro circola da mesi come possibile candidato sindaco. “È lui, deve essere lui”, sussurrano nei corridoi. Ma alla fine? Niente. Silenzio. Il grande rifiuto. Una ritirata strategica, con tanto di fumo e specchi.
Perché? La risposta è più semplice di quanto si pensi: ha paura di perdere. E per uno che ci tiene così tanto all’immagine, al controllo, ai numeri perfetti, perdere una sfida come quella di Reggio sarebbe un colpo troppo duro. Troppo rischioso. Meglio restare deputato, parlare bene da lontano, e intanto continuare a fare il “salvatore della patria”… ma senza sporcarsi le mani con le buche, le tasse e i rifiuti della città.
Eppure la politica, quella vera, è fatta anche di rischio. Di cuore. Di sudore. Di “scendo in campo e se va male, almeno ci ho provato”. Non è fatta solo di calcoli e di selfie dal lato giusto.
Noi di Times ci chiediamo: può davvero definirsi leader chi non ha il coraggio di mettersi in gioco per la sua città? Per noi, no. E oggi, caro Francesco, il voto è secco: 4. Perché chi gioca solo quando è sicuro di vincere, forse più che un politico… è solo un buon amministratore d’immagine.
E Reggio, oggi più che mai, ha bisogno di ben altro.