Reggio Calabria – Un nuovo e inquietante capitolo della malasanità italiana si sta consumando sotto gli occhi impotenti dei cittadini all’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria. Quanto sta emergendo nelle ultime settimane ha dell’incredibile: barelle rotte, pazienti lasciati in aree di cantiere e anziani privati dei pasti, mentre infermiere e operatori si concedono colazioni tranquille. Tutto questo in una struttura sanitaria che dovrebbe rappresentare un presidio di cura e sicurezza.
Le segnalazioni arrivate alla nostra redazione – e che auspichiamo siano immediatamente prese in carico dalla Questura di Reggio Calabria – parlano di una gestione vergognosa delle emergenze, dove la dignità dei pazienti sembra essere diventata un dettaglio secondario.
Anziani costretti in barelle rotte, posizionate in zone adibite a cantiere.
Una situazione di estrema pericolosità, soprattutto per le persone più fragili. Un’immagine che richiama scenari da terzo mondo, non certo da una struttura pubblica italiana nel 2025.
Ma non finisce qui. A far esplodere ulteriormente l’indignazione sono le gravi accuse di assenteismo che coinvolgerebbero medici e infermieri. Fonti interne parlano di personale sanitario che timbrerebbe il cartellino con ore di ritardo, anche fino a due ore, mentre altri si assenterebbero dal servizio grazie a certificati di dubbia provenienza. Un comportamento intollerabile, soprattutto in un settore dove ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la morte.
E a coronare il quadro, la denuncia più agghiacciante: anziani lasciati senza cibo, mentre alcune infermiere si intrattengono a fare colazione, ignorando deliberatamente i bisogni dei pazienti. Il tutto avverrebbe sotto lo sguardo attonito dei cittadini, coloro che – ricordiamolo – pagano le tasse e mantengono in piedi il sistema sanitario.
Ci chiediamo come sia possibile che tutto questo avvenga nell’indifferenza generale. Chi controlla? Dove sono i dirigenti, le ispezioni, i protocolli?
Chiediamo a gran voce che la Questura di Reggio Calabria apra un fascicolo immediato, per accertare le responsabilità e fare luce su quella che appare a tutti gli effetti come una bomba sanitaria pronta a esplodere.
Il silenzio, in questi casi, è complicità.