PONTE SULLO STRETTO: SALVINI FERMATO DA MATTARELLA

Il Ponte sullo Stretto: Promesse, Rinvii e Dubbi che Persistono

A distanza di decenni dalle prime promesse e dai progetti annunciati, il Ponte sullo Stretto di Messina continua a rimanere un simbolo non tanto di progresso quanto di propaganda e frustrazione. Il progetto, che dovrebbe collegare Sicilia e Calabria, è tornato sotto i riflettori grazie alle affermazioni del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che continua a spingere per l’inizio dei lavori. Ma, ancora una volta, le scadenze sbandierate sembrano svanire nel nulla.

Le promesse mancate

Secondo quanto dichiarato dallo stesso Salvini, i lavori del ponte dovevano iniziare a maggio. Poi il termine è slittato a giugno. Ora si parla di settembre. Ma a guardare i fatti, più che un’opera infrastrutturale in fase di lancio, il Ponte sembra essere ancora un progetto sulla carta, utile più a fini elettorali che reali.

A ciò si aggiunge un elemento di grande preoccupazione: i costi. Si tratta di un’opera mastodontica, che richiederà miliardi di euro di investimenti. Fondi che, per ora, sono stati stanziati solo in minima parte, mentre il grosso resta da definire. E come spesso accade in Italia, quando i soldi finiscono, i cantieri si fermano o, peggio, non partono affatto.

Nodi legali e costituzionali

Un altro punto cruciale è quello delle norme antimafia. Salvini aveva espresso l’intenzione di accentrare nel proprio ministero il controllo su appalti e normative di sicurezza, sollevando preoccupazioni su trasparenza e legalità. Il Presidente della Repubblica avrebbe espresso forti riserve su questo punto, bloccando l’iniziativa e riaffermando il principio di separazione dei poteri e di controllo istituzionale.

La questione degli espropri

E non va dimenticato un altro nodo irrisolto: gli espropri. Centinaia di cittadini dovrebbero essere espropriati per far spazio al tracciato del ponte e delle infrastrutture connesse. Ma a oggi, nessuna comunicazione ufficiale è stata recapitata, nonostante le scadenze di legge impongano un preavviso di almeno due mesi. Siamo a fine maggio, e ancora tutto tace.

Conclusione: un’opera impossibile?

Il Ponte sullo Stretto, così come viene oggi presentato, sembra essere più un’illusione politica che un progetto reale. Le contraddizioni, i ritardi, la mancanza di trasparenza e la confusione normativa gettano più ombre che luci su un’opera che, se mai vedrà la luce, rischia di essere un colossale fallimento economico e sociale.

Gli italiani meritano verità e concretezza, non promesse a scadenza elettorale. E soprattutto, meritano rispetto: rispetto delle leggi, delle istituzioni e delle comunità locali.

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