Onore alla Questura: difensori silenziosi della libertà
In un tempo in cui spesso si distorce la realtà a colpi di slogan e giudizi affrettati, è doveroso alzare la voce in difesa di chi, ogni giorno, indossa una divisa per servire il Paese con onore e senza clamore. Giù le mani dalla Questura, da quegli uomini e donne che – spesso nell’ombra – lavorano per la nostra sicurezza senza chiedere nulla in cambio.
Trovo profondamente ingiusto e offensivo il modo in cui la polizia è stata recentemente oltraggiata e accusata per presunte segnalazioni riguardanti l’esposizione di teli bianchi sui balconi in segno di solidarietà alla popolazione di Gaza. Simboli di pace, certo, ma l’accusa rivolta alla polizia è apparsa esagerata e fuori luogo. La verità è che le forze dell’ordine non si pongono come censori del pensiero, né limitano la libertà d’espressione dei cittadini. Al contrario, ne sono custodi. Senza il loro servizio, spesso silenzioso e invisibile, la nostra libertà sarebbe molto più fragile.
La libertà di manifestare il proprio pensiero, anche attraverso simboli o gesti, è un diritto tutelato dalla nostra Costituzione – e questo diritto è garantito proprio dalla presenza di forze dell’ordine attente e preparate. Incolpare la polizia di atti repressivi, senza alcuna prova concreta, rischia solo di seminare divisioni ingiuste tra cittadini e istituzioni.
La Questura di Reggio Calabria, in particolare, merita rispetto e ammirazione. Negli anni si è distinta per l’efficienza, il senso del dovere e la vicinanza al territorio. In un contesto spesso difficile e complesso, ha saputo coniugare fermezza e umanità, legalità e ascolto. Per molti, è un esempio di eccellenza a livello nazionale e europeo.
Non dimentichiamolo: ogni volta che ci sentiamo al sicuro, è anche grazie a loro. Difendere le forze dell’ordine non significa idolatrarle ciecamente, ma riconoscere l’impegno quotidiano e, soprattutto, pretendere rispetto per chi ci protegge.