Reggio Calabria – Carminello, storico ultras della Reggina, lo sappiamo: tu sei parte viva e pulsante di questa maglia. Da anni sei lì, in prima linea, tra cori, trasferte, bandiere e sudore amaranto. E per questo, ti vogliamo bene. Davvero. Sei un simbolo, una voce ruvida ma appassionata della curva Sud.
Ma proprio per questo, oggi ti chiediamo un passo indietro. Non di cuore, ma di tono. Perché quanto accaduto ieri pomeriggio – il video in cui, in un crescendo di rabbia, hai minacciato il boicottaggio del campionato di Serie D da parte della curva – è stato un colpo basso, non alla società, ma alla città intera.
Diciamolo con chiarezza: la Reggina è di tutti. Non solo della curva. Non solo di chi canta novanta minuti. Non solo di chi urla, ma anche di chi soffre in silenzio, in tribuna, davanti a una radiolina o dietro un abbonamento online. La Reggina è del bambino con la maglia troppo larga, dell’anziano che racconta la Serie B di De Rosa, della madre che accompagna il figlio allo stadio. È patrimonio collettivo.
Che ci sia malcontento verso il patron Ballarino è legittimo. Che si critichino scelte, atteggiamenti o visioni societarie è un diritto sacrosanto. Ma trasformare il dissenso in minaccia – soprattutto quando si parla di bloccare la squadra, la maglia, il campo – è inaccettabile.
Ieri sera Reggio ha assistito a qualcosa di surreale: uno scontro tra passione e ragione, tra cuore e istituzioni. Ma ricordiamoci che quando l’ultras usa la propria voce per decidere per tutti, quella voce smette di essere popolo e diventa imposizione. E le imposizioni, da qualsiasi parte arrivino, non fanno bene alla Reggina.
Carmine Quartuccio, Carminello, tu sei un pezzo della storia amaranto. E Reggio Times non ha problemi a dirlo a voce alta. Ma proprio per questo, ti chiediamo di usare il tuo ruolo con responsabilità. Parla per te, parla per chi ti segue, ma non per chi dissente. Perché anche dissenzienti, si è tifosi. E anche in silenzio, si ama questa maglia.
La Reggina ha bisogno di unità, non di muri. Ha bisogno di passione, non di paura. E se davvero amiamo questi colori, dobbiamo proteggerli non solo dal fallimento sportivo, ma anche da derive pericolose.
La curva è casa nostra. Ma la Reggina è la casa di tutti.
(foto gazzetta del sud)